In una soleggiata mattina di agosto, può capitare a chiunque di incontrare il proprio vicino a petto nudo mentre lava la macchina della fidanzata. Se il vicino in questione ha centodue anni, però, il caso diventa eccezionale. Charlie White sfugge in effetti a qualsiasi etichetta e ha, ancora e sempre, l'energia di chi potrebbe mangiarsi il mondo. David, da parte sua, si è appena trasferito da Washington a Kansas City in cerca di una vita meno frenetica. L'incontro con il vicino ultracentenario è per lui una vera epifania e tra i due uomini si stabilisce un forte legame, fatto di affetto, ammirazione e lunghi pomeriggi immersi nelle meravigliose storie della lunga vita di Charlie. Nato agli inizi del Novecento in un mondo senza elettricità, acqua corrente, automobili né antibiotici, Charlie vive di persona, spesso da protagonista, le enormi trasformazioni sociali, tecnologiche e scientifiche dell'ultimo secolo. Perde il padre quando è solo un bambino e impara presto a cavarsela. Diventa medico anestesista quando gli interventi a cuore aperto sono ancora considerati quasi una magia (per non parlare dei gruppi sanguigni). Attraversa due guerre, la pandemia di Spagnola, viaggia per il mondo, vede nascere Hollywood, si innamora del jazz e di un discreto numero di donne, ha dei figli, subisce lutti dolorosi. Ma nel ripercorrere la propria lunga esistenza Charlie non può fare a meno di divertirsi e divertire, perché è così che affronta la vita: in fondo, perché servirsi di un bastone da passeggio quando si può usare, al suo posto, una tanto più utile mazza da golf? Quel che accade è che, nel trasmettere a David la propria piccola storia, Charlie gli dona anche qualcosa di più grande, anzi di inestimabile: l'esempio di chi ha saputo attraversare la Storia col passo lieve di chi resta sempre, tenacemente, perdutamente innamorato del tempo presente.
Alice ha scritto due romanzi di enorme successo, ma per trovare compagnia deve andare su Tinder. Eileen, la sua amica, lavora per una rivista letteraria, però non ci paga l'affitto. Simon ama da sempre la stessa donna, ma da sempre ne frequenta altre. Felix passa in birreria il tempo libero dal lavoro di magazziniere, ma la sua è soltanto una fuga. Alice, Eileen, Simon e Felix si parlano, si fraintendono, si deludono e si amano e, mentre attraversano il cerchio di fuoco dei trent'anni, si chiedono se esista davvero, al di là, un mondo bello in cui sperare.
Scritto nel 1932, "Il mondo nuovo" è ambientato in un immaginario Stato totalitario del futuro, nel quale ogni aspetto della vita viene pianificato in nome del razionalismo produttivistico e tutto è sacrificabile a un malinteso mito del progresso. Il culto di Ford domina la società mentre i cittadini, concepiti e prodotti industrialmente in provetta, non sono oppressi da fame, guerra, malattie e possono accedere liberamente a ogni piacere materiale. In cambio del benessere fisico, però, devono rinunciare a ogni emozione, a ogni sentimento, a ogni manifestazione della propria individualità. Produrre, consumare. E, soprattutto, non amare. Un libro visionario, dall'inesausta forza profetica, sul destino dell'umanità. E sulla forza di cambiarlo. Al romanzo, qui per la prima volta accompagnato dalla fondamentale Prefazione che lo stesso autore scrisse nel 1946, segue la raccolta di saggi "Ritorno al mondo nuovo" (1958) nella quale Huxley tornò a esaminare le proprie intuizioni alla luce degli avvenimenti dei decenni centrali del Novecento.
Un'attenta esplorazione dei mondi fantastici creati da J.R.R. Tolkien e insieme un ritratto in punta di penna di un "filologo ritardatario e malinconico" divenuto suo malgrado un autore di culto: questo ci offre Saverio Simonelli in un libro scritto con taglio narrativo, che va al cuore dell'opera tolkieniana. «Con coraggio e molta cura Tolkien si è addentrato, immerso, nel mondo complesso e affascinante delle parole umane e le ha prese sul serio, cercando di mantenersi fedele rispetto all'impegno che essere richiedono. Così ha fatto Tolkien per tutta la vita, ed è da questa "immersione" che poi è sbocciato come un fiore (o un albero ricco di rami) il suo corpus narrativo che trova le sue radici proprio lì, nella filologia, l'amore per la parola. E così ha fatto Simonelli. I suoi libri (e i suoi amici) possono testimoniarlo» (dalla prefazione di Andrea Monda).
Robert Hugh Benson, con "Il padrone del mondo" (1907), ci porta in una realtà nella quale l'uomo ha raggiunto gli estremi confini del progresso materiale e intellettuale, dove tutto è meccanizzato e programmato per un unico grande progetto: il trionfo dell'Umanitarismo. L'eliminazione della guerra, l'abolizione dei rumori, la legalizzazione dell'eutanasia, l'adozione di cibi artificiali, l'uso dell'esperanto sono solo alcune tra le caratteristiche che fanno da naturale corollario al nuovo tipo di convivenza civile. In questo paesaggio si muovono, con estrema ponderatezza, i personaggi di Benson, ricchi di umanità e descritti in modo sapiente: Oliviero Brand, il politico; Mabel, la deliziosa compagna di Oliviero, che sceglie la dolce morte offerta dalle case dell'eutanasia e che, nel momento estremo, vede, capisce e prova la netta sensazione del misterioso Altro; Giuliano Felsemburgh, l'uomo che costituisce la sintesi più sconcertante dei sentimenti e delle aspirazioni che l'Umanitarismo suscita; Percy Franklin, un prete in cui la fede vacilla per poi riconfermarsi più viva e vera.
«Ho ribaltato la prospettiva e mi sono detta: finora hai pensato a tutto ciò che non potevi fare. Ma tutto il resto? Tutto il resto è la vita». Attraverso il racconto dei suoi viaggi, Giulia Lamarca ripercorre la sua storia drammatica quanto straordinaria: una storia che parla di disabilità, ma soprattutto di amore, di perseveranza e di libertà. Una testimonianza che resta attaccata alla pelle. Un'autrice capace di portarci lontano con la sua voglia di vivere e di non arrendersi mai. Giulia ha diciannove anni e davanti a sé una storia ancora tutta da scrivere e riempire di colori ed esperienze. Poi un motorino, una curva presa male in un pomeriggio qualunque, e la realtà che conosceva viene cancellata di colpo. Davanti a lei si apre un'altra vita, che include una nuova compagna di viaggio: una carrozzina. Nel corso di nove lunghi mesi in ospedale, Giulia deve imparare a guardare il mondo da un nuovo punto di vista, a muoversi, a sentirsi se stessa. Dall'ospedale, però, porta con sé anche l'incontro con Andrea, un giovane tirocinante fisioterapista che riesce a conquistarla con la sua tenacia e la sua dolcezza. Un giorno, lui le fa una proposta "folle": partire insieme per l'Australia. E, quasi per scherzo, lei accetta. Senza sapere che quell'aereo lo prenderanno davvero, che il loro amore diventerà sempre più grande e che non si fermeranno più. Quel viaggio sarà l'occasione per cambiare prospettiva, mettersi alla prova, conoscersi meglio e comprendere, infine, che i limiti sono innanzitutto dentro di noi. Viaggio dopo viaggio, impresa dopo impresa, Giulia si ritrova a scalare il Machu Picchu, a salire sulla Muraglia cinese, a contemplare la fioritura dei ciliegi in Giappone... E inizia a comprendere non solo che, carrozzina o no, può andare alla conquista del mondo, ma che può spendersi in prima persona per l'inclusione - e trasmettere forza agli altri. Con la sua grinta e allegria, Giulia rappresenta per tutti noi una chiamata a uscire dalla nostra zona di comfort e a misurarci con le nostre paure e i nostri sogni "impossibili": è questa l'unica via per avere davvero la vita che vogliamo. Con la sua complessità, le sue contraddizioni e tutta la sua bellezza.
In bilico tra risentita autobiografia e immaginazione, Vassalli scrive la storia della sua generazione e ci offre un affresco dell'Italia nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale, in un romanzo percorso da una vena di acre rabbia e di dolorosa pietà.